Noodles Journal

Solo il mio modo di vedere le cose

Un giorno perfetto (Ferzan Ozpetek, 2008)

Per la nostra rubrica naturalistica questa settimana ci occupiamo dell’Ozpetek. Nome scientifico Ozpetek Turkiensis, mosso agli inizi degli anni Ottanta dall’originaria Turchia per giungere sulle sponde della Penisola italiana, l’animale Ozpetek si integrò subito nella fauna del Belpaese e iniziò a intessere legami con dei simili legati all’ordine dei registienses, fra cui il famoso minollo partenopeo, altrimenti noto come Troisi Massimo. Ben presto, le qualità orientali del nostro esemplare diedero i loro frutti con due parti interessanti che gli scienziati individuarono come Hamam e Le fate ignoranti. Ma già alla terza prova, quel La finestra di fronte che pure molti accademici accolsero come una nuova interessante evoluzione della specie Ozpeteka, il professor Noodles iniziò ad avanzare qualche dubbio. Era al principio di quella teoria della procedurale estinzione dell’Ozpetek che negli anni trovò puntuale conferma. È infatti stato dimostrato dal Noodles, con contributi di molti altri collaboratori e studiosi, che da Cuore sacro e da quando la genia del nostro iniziò a spogliarsi poteva intravedersi, in quel finale, la riduzione dell’Ozpetek a «culo nudo», secondo il felice sintagma scientifico elaborato e poi circolato internazionalmente. Erano lì presenti i germi di un’involuzione della specie che successivamente, con Saturno contro gli scienziati poterono constatare con allibita, inspiegabile evidenza. Molte le teorie sorte intorno a questo suicidio biologico della specie Ozpetek. Secondo l’Università di Salerno, il mutare dei venti orientali avrebbe fatto impazzire il regista sotto l’onda di una malinconia turchese di natura sconosciuta.
I segni di questo sfacelo furono poi notati nell’ultima opera, Un giorno perfetto, perfetta dimostrazione delle tesi millenaristiche a proposito del destino del Turkiensis. Abbeveratosi a una fonte infettata di organismi neurali della sua stessa genia (altri preferiscono l’espressione coniata in tempi addietro dalla scienza: essendosi bevuto il cervello), l’Ozpetek registrò una decisa involuzione biologico-psicologica che gli scienziati non osservavano da ben 65 milioni di anni, da quell’estinzione dei dinosauri su cui ancora pullulano le proposte di spiegazione. Di fronte alla inarrestabile estinzione del buonsenso ozpetekiano i dottori sono quasi tutti concordi che meglio sarebbe ridurlo al silenzio registico, onde evitare altri film in cui lo spettatore è talmente imbarazzato da vomitarsi sulle scarpe in sala.
Motivi di imbarazzo dello spettatore: il figlio di Mastandrea associato con quasi totale certezza dagli accademici al filo genetico dei Costanzo e in particolare al Costanzus panzosus, non solo per evidenti riscontri somatici, ma soprattutto, dice il professor Scolappelli, per quel verso caramelloso, da intendersi come “parlare con una alpenlibe senza zucchero in bocca”; collegato a ciò una rappresentazione dei ggggiovani che è un tale paradigma di luoghi comuni da aver allertato niente meno che la Guardia Nazionale per i pericoli della diffusione della tendenza e del suo sfociamento in morbo. Niente da fare, dicono gli esperti, per gli “attori” bambini del film, che recitano come fossero alla rappresentazione scolastica di fine anno, affetti da stupiditas incommensurabilis, i cui sintomi sono rintracciabili nella sequenza karaoke dell’ultima hit di Irene Grandi, sequenza che in ben quattro sale d’Italia ha registrato la trasformazione di nove spettatori complessivi in kamikaze cinefili.
Le storie del film, legate con uno sputo, sono l’evidente fallimento del tentativo di ibridare due specie che non si filavano neanche un po’. Per cui, le specie, unendosi, hanno partorito un ibrido ferino che s’è rivoltato evidentemente contro il creatore Ozpetek, attaccandolo nella loro zona preferita di caccia, il Lido marino veneziano, secondo un rituale di fischi e improperi tipici della nuova specie, effettivamente un po’ cafona.

17 risposte a “Un giorno perfetto (Ferzan Ozpetek, 2008)

  1. steutd 17 settembre 2008 alle 12:53

    stupendo, concordo in pieno. Ironico ma ficcante anche come critica

  2. UnoDiPassaggio 17 settembre 2008 alle 13:17

    Non è che se ne può avere un esemplare da addomesticare a casa, giusto per vedere come si comporta? Che dice l’Università di Salerno in proposito?

  3. latendarossa 17 settembre 2008 alle 15:08

    Dopo Il bagno turco non esiste più per me, cinematograficamente parlando. Lui e Muccino sono 2 cose che, cinematograficamente, detesto.
    Poi uno con quel cognome impronunciabile!!!

  4. NoodlesD 18 settembre 2008 alle 8:15

    steutd, grazie

    Uno, l’Università lo sconsiglia. E’ un animale assai instabile, potrebbe scagazzarti il pavimento e mettersi a scrivere sceneggiature con primissimi piani intensi e banalità sui gay.

    tenda, a me era piaciuto – e assai – Le fate ignoranti, subito dopo Il bagno turco.

  5. MrDAVIS 18 settembre 2008 alle 9:32

    Continuo ad essere il solo che l abbia apprezzato vedo…

  6. Ale55andra 18 settembre 2008 alle 12:34

    Mi è sfuggito l’invio…
    Dicevo, a me manco Le fate ignoranti è piaciuto. Comunque credo che peggio di questo ultimo film non abbia mai fatto e spero non possa mai fare. Al di là del fatto che i bambini recitano come ad una rappresentazione scolastica (e potremmo quasi giustificarli proprio perchè sono bambini), non si riesce a perdonare il fatto che anche il protagonista e qualche altro adulto recita così. Per non parlare di tutto il resto che è uno sfacelo immondo. Complimenti per l’ironia del post, davvero molto acuto e divertente.

  7. NoodlesD 18 settembre 2008 alle 14:21

    Davis, ti distingui…

    Ale55andra, io invece ho la sensazione che in futuro Ozpetek ci riserberà anche di peggio, e non oso pensare quali vette di schifo potremmo raggiungere.

  8. Cinemasema 18 settembre 2008 alle 15:45

    Quando sto per vedere un film di Ozpetek sono preoccupato. Mi sa che devo farlo anche per questo. Ma ho poca voglia di vedere il film.

  9. CinemaSuperga 18 settembre 2008 alle 16:25

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  10. Iggy 21 settembre 2008 alle 15:01

    Ma possibile che con una sceneggiatura scritta principalmente da Petraglia si sia arrivati allo scempio che continuo a leggere in giro? Ho sempre imputato i limiti di Ozpetek alla scrittura, a questo punto non ha più scuse! :)))

  11. NoodlesD 22 settembre 2008 alle 15:32

    Petraglia è affogato nell’ozpetekismo… è stato sbranato dall’Ozpetek… ahahah.

  12. Iggy 22 settembre 2008 alle 21:45

    Ah è carnivoro quindi? Pensavo si nutrisse solo di erbetta visto che il suo cinema ultimamente è un bolo riciclato!

  13. NoodlesD 22 settembre 2008 alle 23:32

    Più che altro è uno spazzino e un approfittatore. Il Petraglia si sarà mosso troppo incautamente ed è finito nelle sue fauci senza neanche rendersene conto. L’Ozpetek sa mimetizzarsi bene.

  14. danielaelle 26 settembre 2008 alle 9:40

    comincio a pensare che ozpetek sia un abbaglio, decisamente c’è rimasto ben poco dei primi film che mi piacquero (hammam e le fate ignoranti) forse continua a rifar lo stesso film ma che lo rifaccia bene, perdio!

  15. NoodlesD 26 settembre 2008 alle 19:36

    a me viene il sospetto che quei primi film non li abbia girati LUI!

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